148mila precari della scuola stabilizzati


Pillola sulla scuola in onda su Radio Radicale martedì 3 marzo 2015


Buongiorno agli ascoltatori,

Oggi, martedì 3 marzo, proprio il giorno in cui dovrebbe arrivare in CdM la riforma della scuola (ma il condizionale è sempre un obbligo perché era prevista per il 27 febbraio, ed è slittata…), – come prima “sulla scuola” – abbiamo ritenuto di doverci occupare della questione precari e del piano di assunzioni “proposto” con la bozza di riforma. Premiare il merito al posto dell’anzianità ed assumere i precari, sembrano, infatti, i punti chiave del provvedimento.

Oggi parliamo in pratica di quello che La buona Scuola di Renzi definisce più volte un “Piano Straordinario di assunzioni”: … … 148mila precari (anche se la cifra sembra essere ballerina) e che, a partire da settembre 2015,

per il governo, – e qui cito testualmente – :

consentiranno di ampliare l’offerta formativa, di abolire le supplenze annuali (che tra l’altro costano un bel po’) e di “Chiudere la questione storica del precariato della scuola italiana”.

Bene. Una questione, quella del precariato, definita Storica, anche dal testo della “Buona Scuola”, appunto.

E non si capisce infatti il perché, docenti che da anni – alcuni da oltre dieci anni – continuano ad essere utilizzati su posti vacanti come supplenti,… dovrebbero, come invece avvenuto per troppo tempo, continuare a rimanere precari. Una cosa illegale, contro il diritto europeo. Anche il privato non può utilizzare il lavoratore, oltre i 36 mesi, con contratti di lavoro a tempo determinato!

Su questo delicato aspetto faccio solo notare che la volontà di assumere i precari non deriva da una buona volontà, “di chiudere una volta per tutte la questione”, come sbandiera dal Governo, ma discende dal diritto e dalla legge: un diritto finalmente riconosciuto con una Sentenza che molti sindacati hanno definito storica.

Due settimane dopo il termine delle ‘consultazioni’ del governo su “La buona scuola”, infatti, come un macigno, il 26 novembre scorso, la Corte di Giustizia europea di Lussemburgo ha condannato l’Italia per la violazione della Direttiva numero70, del 1999 della Commissione Europea, giudicando illegittima, da parte del Ministero dell’Istruzione, la reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.

In particolare, la Corte (cito testualmente) ha stabilito che: 

La clausola 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale che autorizzi, …, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili …”.

(Qui divago una attimo e faccio una parentesi sul concetto che i Radicali conoscono bene, di Stato canaglia: di un Paese che non rispetta più le sue stesse leggi che ai cittadini chiede di rispettare, un Paese che non rispetta le Direttive e i trattati europei: sulla Giustizia, sulle Carceri, nella comunicazione e nel diritto alla conoscenza … ma anche nell’ambito del diritto sul lavoro ha cercato fino all’ultimo di non rispettarle. Fino a quando, finalmente, è arrivata la sentenza della corte di Giustizia europea lo scorso 26 settembre).

I docenti di cui si promette l’assunzione a settembre, nella scuola già ci lavorano da anni. Su posti che, altrimenti, sarebbero rimasti vacanti.

Solo che da settembre saranno finalmente assunti in ruolo con contratti a tempo indeterminato.

Osta una normativa che autorizzi il rinnovo dei contratti a TD per oltre 36 mesi!”. È questo l’aspetto chiave.

E l’arrivo di questa sentenza era attesa già da tempo, non solo dai ricorrenti e dai sindacati che l’hanno promossa, ma anche da centinaia di migliaia di precari che in simili condizioni, senza potersi fare un mutuo, ci lavorano da anni.

Non è il Governo, quindi, a decidere per la stabilizzazione dei precari che – ripeto – da anni consentono di tenere aperta la scuola italiana, ma è semplicemente – ripetiamolo anche questo – l’applicazione del diritto e della legge.

E, – per legge e per diritto – gli si dovrà riconoscere pure il danno subito per non essere stati assunti prima.

Ciò che invece decide il governo è che, con la scusa di premiare il merito e per non metterci un euro in più, .. a pagare il conto della giusta assunzione dei precari saranno gli stessi docenti.

I Precari neo assunti, ma anche quelli già di ruolo che vedranno (anzi, vedremo) tutti bloccarci gli aumenti d’anzianità, pochi spiccioli di progressione di stipendi già miseri sotto la media europea, fino al 2018.

Dopo di ché gli scatti saranno riconosciuti, ma solo al 66% dei docenti in organico. Il 34% di ogni scuola sarà invece dichiarato, a priori, immeritevole di riceverli e così il governo risparmierà ulteriormente.

Altro che investimento. Ma del gioco delle tre carte, di come vengono reperiti i fondi per fare la riforma della Buona Scuola e di come si intende valutare e premiare il merito per il quale, l’ultima è la pagella per i prof, in attesa della presentazione del decreto delega sulla riforma, ne parleremo un’altra volta.

Vi ricordo che il testo di questa breve lo trovate anche sul sito www.almcalabria.org oppure su www.giuseppecandido.it; su twitter @ilCandido

Grazie per l’ascolto e una Buona giornata

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